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9 - Rileggiamo le Linee d'indirizzo alunni adottati


PDP E BES : UNA NORMATIVA DA CONOSCERE


Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è uno strumento previsto dalla normativa scolastica sui Bisogni Educativi Speciali (BES). Si tratta di un dispositivo che gli insegnanti ben conoscono e che spesso utilizzano per gli alunni figli adottivi, soprattutto nei primi periodi di frequenza. E’ quindi opportuno che anche i genitori sappiano di cosa si tratta, per non trovarsi sprovveduti nel caso gli insegnanti lo propongano, o anche per richiederlo essi stessi.

I BES sono entrati a far parte della normativa scolastica italiana nel 2012 (Direttiva Ministeriale “Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali” del 27/12/2012), allo scopo di potenziare l'inclusione e il benessere scolastico di bambini e ragazzi che presentano fragilità non riconducibili a una situazione di disabilità certificabile: “Ogni alunno – recita la normativa – in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici o sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. E ancora: "In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana”.

A questi alunni, tra cui possono essere compresi molti dei minori adottati, la scuola s'impegna a offrire una progettazione didattico-educativa mirata e personalizzata sulle loro effettive possibilità, da documentare mediante un Piano Didattico Personalizzato (PDP) elaborato collegialmente dai docenti che servirà a definire, monitorare, documentare le strategie d'intervento più idonee e a renderle chiare ai genitori (che dovranno anch'essi firmare il PDP).

Si tratta dunque di una progettazione didattica “su misura” e flessibile, che non richiede certificazioni di disabilità ma può essere decisa autonomamente da parte del Team dei docenti o del Consiglio di classe sulla base di ben fondate considerazioni pedagogiche e didattiche, e da attuare solo per il tempo necessario per raggiungere gli obiettivi concordati.

Per chi è interessato ad approfondire, l’intera normativa sui BES è reperibile sul sito www.adozionescuola.it.

Ma in cosa consiste un Piano Didattico Personalizzato?

Si tratta di un progetto didattico finalizzato a facilitare l’apprendimento, costruito sui bisogni specifici del singolo alunno in una fase specifica del suo percorso scolastico.

Prevede il possibile utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi.

Gli strumenti compensativi possono essere: formulari di varie discipline, da poter utilizzare sia nelle prove scritte che in quelle orali, tabelle (ad esempio delle operazioni, o dei verbi, o delle regole grammaticali), schemi riepilogativi, schemi per la produzione scritta, immagini per la comprensione del testo, calcolatrici, libri con testo ridotto, programmi di video-scrittura con correttore ortografico e così via.

Gli strumenti dispensativi sono strategie che mirano ad aiutare ragazzi in difficoltà (spesso momentanea) a puntare al successo scolastico lavorando sulla quantità (e talvolta sulla qualità) dei compiti assegnati, evitando performance che possono risultare complesse in determinate situazioni, senza nulla togliere alla completezza della preparazione richiesta e raggiunta. Tra esse troviamo, ad esempio, la dispensa a leggere ad alta voce, a scrivere in corsivo, a prendere appunti o copiare dalla lavagna, scrivere testi sotto dettatura o usare vocabolari cartacei.

Altra strategia significativa può essere quella della diminuzione del carico di lavoro nei compiti a casa, non dimezzando il numero di esercizi (rischiando quindi di non esercitarsi su una parte del programma), ma dimezzando gli esercizi stessi (es. cinque frasi di grammatica invece di dieci su un determinato argomento).

Per quanto concerne le verifiche scritte, possono essere svolte in diverse “sessioni” invece che in un’unica soluzione, dando la possibilità di suddividere lo studio e le prestazioni richieste. Le modalità di svolgimento delle prove scritte e orali possono essere oggetto di strumenti compensativi e dispensativi: lasciare la possibilità di utilizzare schemi e mappe concettuali, informare in modo chiaro l’alunno sugli argomenti e sulle modalità di svolgimento della verifica, leggere la consegna o semplificarla con delle domande guida, permettere l’eventuale utilizzo di computer, calcolatrice, tavole e formulari, prediligere le verifiche a risposte chiuse…

Il PDP dovrebbe anche chiarire i criteri di valutazione delle prove, soprattutto quelle scritte, ed esplicitare le strategie metodologiche attraverso le quali si intende aiutare il ragazzo ad acquisire maggiore autonomia: ad esempio incoraggiare l’apprendimento cooperativo, mettere in atto il tutoraggio, guidare l’alunno ad applicare consapevolmente comportamenti e strategie operative adeguate al proprio stile cognitivo e così via.

Come ultimo punto il PDP deve dare spazio alla famiglia, indicando il “patto” con la scuola per quanto concerne lo studio a casa, gli strumenti da utilizzare e gli strumenti dispensativi individuati.

Il Piano deve essere firmato da tutti i docenti della classe, dalla famiglia e dal Dirigente. La famiglia ne può richiedere una copia alla segreteria della scuola.

Spesso le misure dispensative e compensative possono essere momentanee, nel giro di qualche mese i bambini e i ragazzi si abituano alle richieste della nuova scuola. Se così non fosse si può mantenere tale “status” per tutti gli anni del ciclo, senza che sia eventualmente compromesso l’esame finale. Si tratta cioè di uno strumento estremamente flessibile, che permette di aiutare i minori adottati stando “ai loro tempi” e che può essere utilizzato in tutti i gradi di scuola, dalla primaria alle superiori.

In genere sono i docenti a proporlo, ma se questo non succede e i genitori si accorgono che il figlio è in difficoltà possono richiederlo parlando con gli insegnanti e poi inviando una lettera di richiesta al Dirigente scolastico, citando la normativa di riferimento.


Nella prossima puntata: "Storia personale e altri temi sensibili" | "Nella scuola superiore".

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Per saperne di più, puoi richiedere il fascicolo "Linee d'indirizzo alunni adottati. Istruzioni per l'uso" con una piccola donazione a sostegno del sito AdozioneScuola. Qui.





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