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1- Rileggiamo le Linee d'indirizzo alunni adottati

Aggiornamento: 22 dic 2020


Sono passati ormai sei anni dalla pubblicazione delle "Linee d'indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati". A oggi questo documento ministeriale è conosciuto e applicato in modo disomogeneo, con ampia variabilità tra scuole e aree geografiche, anche se negli anni si sono fatti significativi passi avanti, grazie soprattutto ai numerosi corsi e seminari sul tema. Più che gli insegnanti, sono forse i genitori a non conoscere a fondo le opportunità e i suggerimenti che le Linee d'indirizzo offrono. E' pensando a loro, oltre che ai docenti, che ho deciso di riproporre una lettura ragionata del documento, che troverete a puntate settimanali su questo blog.

Qui il testo integrale delle Linee d'indirizzo.



“LINEE D’INDIRIZZO”: UN PO' DI STORIA

L’emanazione delle “Linee d’indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati” del MIUR (dicembre 2014) ha rappresentato il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2010 su sollecitazione delle famiglie adottive associate nel CARE.

Dopo la stipula, nel 2013, di un Protocollo d’intesa MIUR-CARE, un gruppo di esperti incaricato dell’elaborazione del documento ha lavorato alla sua stesura tra il 2013 e il 2014. Nel frattempo veniva emanata un'importante circolare, poi recepita dalle Linee d'indirizzo, che consentiva per i minori adottati, in casi particolari, una deroga all'iscrizione alla primaria al compimento dei sei anni. Veniva inoltre emanata la normativa sui BES (Bisogni Educativi Speciali): normative che, entrambe, sono andate a integrarsi positivamente nelle Linee d’indirizzo. Infine, il riferimento alle Linee d’indirizzo nella Legge 13/7/2015 (la cosiddetta legge sulla Buona Scuola) le ha fatte diventare legge a tutti gli effetti.

L’accoglienza e l’applicazione delle Linee d’indirizzo nelle scuole non è stata immediata, e ancora oggi sono molte le scuole che non le hanno fatte proprie. Molto resta ancora da fare, sia a livello di singole scuole (istituzione dei referenti e formazione dei docenti sono una realtà in molte aree del paese, ma in altre sono ancora del tutto assenti), sia a livello centrale (istituzione dei referenti presso gli Uffici Scolastici, predisposizione di modalità di documentazione e condivisione di buone pratiche didattiche). Non tutti i genitori adottivi, inoltre, conoscono questo importante documento, fondamentale per orientarsi nel mondo della scuola e per relazionarsi in modo competente con gli operatori scolastici.

UNA NORMATIVA PER UNA NUOVA CATEGORIA?

Uno dei rischi potenzialmente insiti nelle Linee d’indirizzo, ben presente al gruppo di lavoro incaricato della loro stesura, era che una normativa ad hoc potesse trasformare gli studenti figli adottivi, agli occhi dei docenti, in una sorta di “categoria” caratterizzata da inevitabili criticità.

Anche se si riteneva imprescindibile che la scuola iniziasse a dedicare un'attenzione specifica alla condizione adottiva, si aveva ben presente il rischio di una “etichettatura” degli alunni adottati; il rischio, cioè, di elaborare uno strumento che avrebbe potuto essere utilizzato in modo superficiale, inducendo a considerare gli alunni adottati come un gruppo omogeneo da cui attendersi sempre e comunque problematicità.

Poiché così non è, le Linee d’indirizzo si aprono affermando con chiarezza che alla condizione adottiva corrispondono situazioni e bisogni diversificati, che dipendono sia dalla storia pregressa (più o meno complessa) dei bambini, sia dalla loro capacità di resilienza (la capacità, cioè, di mitigare le conseguenze delle esperienze sfavorevoli vissute nel periodo precedente l'adozione). E anche se tra i minori adottati si riscontrano con una certa frequenza difficoltà scolastiche e situazioni di vulnerabilità, ce ne sono tanti che raggiungono una condizione di benessere psicologico e ottengono buoni risultati scolastici.

Ciò che, invece, tutti hanno in comune è una storia precoce complessa e problematica, segnata dalla separazione dalla madre biologica e da inevitabili carenze nelle cure primarie: fattori che, in minore o maggior misura, “lasciano dei segni” per tutta la vita; che in alcuni casi possono tradursi in problematicità negli ambiti psico-affettivo o dell’appren­dimento e che richiedono sempre cautela quando si affrontano a scuola temi “sensibili” quali la famiglia, la storia personale, le differenze etniche e culturali.

Sanare le ferite di questi minori richiede tempo e cure dedicate, non solo da parte delle famiglie, ma di tutti gli adulti che si occupano della loro crescita. Il nuovo strumento normativo vuole essere un aiuto in questo cammino, sempre che le scuole lo utilizzino con intelligenza, delicatezza e misura.


I CONTENUTI

Le Linee d’indirizzo si compongono di 4 sezioni (1-Le caratteristiche dell’adozione internazionale, 2-Le buone prassi, 3-I ruoli, 4-La formazione) più alcuni importanti Allegati.

Si riporta di seguito l’indice del documento, scaricabile in versione integrale qui.


Nella prossima puntata: "Conoscere la condizione adottiva. Problematiche psicoemotive e di apprendimento".

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Per saperne di più, puoi richiedere il fascicolo "Linee d'indirizzo alunni adottati. Istruzioni per l'uso" con una piccola donazione a sostegno del sito AdozioneScuola. Qui.

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