Un'insegnante mi ha segnalato recentemente questo bel testo per bambini che non conoscevo: "IL RICHIAMO DELLA PALUDE" di Davide Calì, illustrato dalle bellissime tavole di Marco Somà (Kite Edizioni). E' un libro che parla di adozione, senso di appartenenza, ricerca identitaria, famiglia, casa... E' un libro coraggioso, che propone con parole semplici e schiette, per nulla edulcorate, il tema dell'adozione nelle sue componenti più complesse e delicate.
Questa è la storia. Due genitori che sanno di non poter avere bambini trovano sulla riva di una palude una creaturina abbandonata che accolgono come proprio figlio. Boris (questo è il suo nome) è fisicamente un po' diverso da loro (ha delle branchie sulle testa e occhi molto grandi), ma nonostante questo cresce felice nella nuova famiglia.
Fino a quando... Boris un giorno sente un odore di salmastro che aveva sepolto nel profondo dei ricordi. E allora iniziano le domande: "Perché mi avete preso?", "Perché non mi avete lasciato dov'ero?", "Questa vita è ciò che veramente desideravo io, o ciò che voi avete desiderato per me?".
Boris non resiste al richiamo della palude. Torna e vi trova odori, volti, branchie, occhi sporgenti che riconosce come familiari. Forse ha ritrovato la sua vera casa?
E i genitori? Tornano spesso alla palude, e gli lasciano messaggi appesi agli alberi: "Se sei felice dove sei, siamo felici anche noi".
Ma dopo un po' Boris comincia a vedere differenze tra sé e quelli che gli erano sembrati così simili a lui, inizia ad avere nostalgia di casa... "Ma allora - si chiede - cosa è casa?" e "Il mio destino è di non appartenere veramente a nessuno?".
Si sente morire, e si lascia affondare lentamente nella palude... Ma sul fondo trova tante bottiglie: contengono foto, ricordi e ciascuna un biglietto che dice "Se sei felice dove sei, siamo felici anche noi". E' l'amore di cui Boris ha bisogno per trovare la forza di tornare a galla e riprendere la strada verso casa.
"IL RICHIAMO DELLA PALUDE" è un libro per bambini dai 5 anni e ancor prima un libro per genitori, che fa riflettere sulle dinamiche profonde dell'adozione e sulla necessità di accettare i propri figli nella loro differenza e di rispettare le tortuose vicissitudini del loro percorso di crescita.
E' un libro da far leggere anche ai bambini adottati? Tutto sommato sì, anche se i temi sono delicati, perché la dimensione della fiaba, abbellita da immagini così affascinanti, trasferisce le tematiche su un piano fantastico e dunque meno diretto e reale. Certo è meglio essere cauti se i bambini stanno attraversando un periodo di crisi. Ed è ovviamente necessario che gli adulti abbiano letto prima il libro, per essere in grado di rispondere alle loro eventuali domande.
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